Sono gli alimentaristi, insieme a ristoratori, macellai e panificatori, gli imprenditori più “studiosi” della provincia di Arezzo. Lo conferma l’indagine svolta dalla Confcommercio aretina a bilancio di un anno di attività della propria Agenzia formativa. Lo rivela l’indagine stilata dalla Confcommercio di Arezzo a bilancio di un anno di attività della sua agenzia formativa. 355 i corsi promossi nel 2014 in provincia di Arezzo, per un totale di 11.740 ore di lezione e 4.112 allievi formati. Oltre la metà dei percorsi formativi riguardava il mondo del food&beverage. I corsi professionalizzanti tra i preferiti degli operatori. In stallo lingue, informatica e corsi manageriali. Taglio drastico dei corsi organizzati con finanziamento pubblico e rivolti a giovani, cassaintegrati e disoccupati.

Vuoi per adempiere agli obblighi formativi previsti per legge, in materie come l’igiene degli alimenti o la sicurezza dei luoghi di lavoro, vuoi per migliorare le proprie competenze professionali e trovare nuove idee acchiappa-clienti, gli operatori dei settori alimentari e ristorazione sono tra i più assidui frequentatori dei corsi. Anzi, oltre la metà dei 355 corsi di formazione proposti dall’organizzazione di categoria nel 2014 riguardavano proprio il mondo del “food&beverage”: 98 quelli per alimentaristi, 103 quelli proposti all’interno dell’Accademia del Gusto e rivolti non solo ai professionisti ma anche ai semplici curiosi e appassionati di cucina.

L’agenzia formativa della Confcommercio nel 2014 ha promosso 355 corsi, per un totale di 11.740 ore di lezione e di 4.112 allievi formati. Numeri eccellenti, con i venti di crisi che continuano ad abbattersi sull’economia interna – ma in flessione rispetto al 2013, quando i corsi attivati erano stati 384, per un totale di 15.950 ore di lezione e 5.281 allievi.

A venire meno sono stati in particolare i corsi finanziati con le risorse comunitarie, dal monte orario consistente (compreso fra le 600 e le 900 ore l’uno), rivolti a chi vuole acquisire abilità specifiche per trovare lavoro. Nel 2014 c’è stato infatti un forte calo dei progetti sperimentali a finanziamento pubblico, in considerazione del fatto che è si conclusa la programmazione delle risorse comunitarie per il periodo 2007-2013 e si sta aspettando quella per il 2014-2020. Da qui, il calo del numero dei corsi e soprattutto delle ore di lezione.

I corsi più gettonati sono stati i ‘professionalizzanti’, che aiutano a migliorare le competenze in settori specifici, come quelli per fioristi dove si insegnano nuove tecniche per realizzare bouquet o quelli per i negozianti dove si insegnano a fare pacchetti e allestire le vetrine, anche se i più richiesti in assoluto sono quelli per cuoco, pizzaiolo e barman. Poi vengono quelli legati al tempo libero (cucina su tutto) e quelli obbligatori sulla sicurezza, dal pronto soccorso all’antincendio.