Con 205mila aderenti, oltre 32mila aziende e un attivo sopra i 3 miliardi di euro, il fondo FonTe di previdenza per i dipendenti del terziario punta a far crescere la platea di iscritti.

«Puntiamo a un consistente allargamento della platea degli iscritti al Fondo attraverso la mobilitazione di tutti i soggetti sindacali e datoriali delle categorie interessate. Ma vogliamo anche riuscire a indirizzare in maniera appropriata gli investimenti verso l’economia reale».

A snocciolare i numeri di FonTe (il Fondo di previdenza complementare per i dipendenti del terziario – commercio, turismo e servizi -, degli studi professionali, delle imprese artigiane e dei lavoratori in somministrazione) e ad indicare gli obiettivi per il 2017 è il suo presidente, Maurizio Grifoni.

Presidente, partiamo dai numeri. Quali sono quelli di FonTe ?

«Fon.Te. è il terzo fondo negoziale italiano per numero di iscritti (205.317 aderenti e 32.284 aziende) e per attivo netto destinato alle prestazioni, una voce che ha superato i 3 miliardi di euro. Tutte e 4 le linee di investimento hanno registrato, nel 2016, ottime performance».

Quali vantaggi per gli aderenti?

«Quelli tipici dell’adesione a un fondo pensione contrattuale. La finalità è quella di costruirsi una pensione aggiuntiva alle prestazioni del sistema obbligatorio, al fine di incrementare il livello della pensione futura. Gli ulteriori vantaggi dell’adesione sono rappresentati in particolare dal contributo, contrattualmente stabilito, da parte del datore di lavoro, che va a incrementare il conto individuale dell’iscritto; la deducibilità dal reddito, fino a 5.164,57 euro, dei contributi versati e la tassazione agevolata con aliquota del 20% dei rendimenti dalla gestione del capitale accumulato. Durante la fase di accumulo, per di più, è possibile richiedere anticipazioni, riscatti e trasferimenti».

Perché l’adesione alla previdenza integrativa rimane ancora un fenomeno lontano dai numeri degli altri Paesi?

«Sono convinto che, purtroppo, sono ancora tante le persone che riscontrano e denunciano un pesante deficit sulla cultura previdenziale: tutto ciò si riflette sia sui risultati che la previdenza complementare ha nel nostro Paese, sia sulla scarsa valutazione e considerazione sul tema da parte delle istituzioni».

Come pensate di allargare la platea degli iscritti?

«Dovremo, come Fondo, farci carico di un’azione più incisiva di diffusione e promozione destinata ai potenziali aderenti. Ciò comporterà il coinvolgimento sinergico di una sene di soggetti: i singoli associati, le aziende associate, le associazioni datoriali e le organizzazioni sindacali, gli enti bilaterali nazionali e territoriali».

I fondi pensione potrebbero svolgere una funzione di volano per le imprese nazionali, come accade in altri Paesi. Come vi state muovendo in questa direzione?

«Sì. Tenuto conto del mutato contesto economico/finanziario in cui Fon.Te si trova a operare, con l’obiettivo di continuare a garantire prestazioni adeguate ai nostri aderenti, diventa opportuno avviare con tempestività il processo di analisi e approfondimento sugli investimenti alternativi a sostegno dell’economia reale del Paese, per giungere alla concretizzazione di accurate e nuove scelte di investimento».

(fonte: Quotidiano Nazionale QN)